Cos’è l’insufficienza renale cronica del gatto e quando si manifesta
L’insufficienza renale cronica è una delle malattie più comuni nei gatti anziani. Si manifesta nei gatti di qualsiasi età, ma è più frequente negli animali dai 7 anni in su ed è stato stimato che circa il 20-50% dei gatti con più di 15 anni sviluppi questa patologia.
L’insufficienza renale cronica causa danni irreversibili ai reni, tali da comprometterne il funzionamento. È una patologia degenerativa, quindi si aggrava con il tempo e non può essere curata, ma solo rallentata. Il decorso però dipende molto dal singolo gatto. Molti mici, infatti, rispondono bene alle terapie e riescono a mantenere una buona qualità della vita a lungo.
Nella maggior parte dei casi, l’origine della malattia è sconosciuta, ma in alcuni soggetti è possibile individuare i fattori scatenanti dell’insufficienza renale cronica:
- malattia policistica renale, una patologia ereditaria comune soprattutto tra i gatti persiani e affini; si manifesta con la formazione di cisti piene di liquido, che col tempo sostituiscono il normale tessuto renale;
- tumore del rene;
- infezione batterica dei reni;
- intossicazione;
- glomerulonefrite, un’infiammazione dei glomeruli, cioè delle reti di capillari arteriosi che filtrano il sangue;
- difetti congeniti;
- traumi;
- ipopotassemia, cioè un basso livello di potassio nel sangue;
- ipercalcemia, cioè un alto livello di calcio nel sangue.
Identificare le cause dell’insufficienza renale cronica è importante, perché alcune di queste malattie sono curabili. Quindi è possibile interrompere la progressione della patologia renale. Nei casi in cui l’origine è ignota, il nostro compito è quello di limitare le complicazioni della malattia e rallentarne il più possibile il decorso, per permettere al gatto di vivere bene.
Per fortuna è possibile diagnosticare precocemente la malattia, ma è importante che il gatto segua tutti i controlli di routine – la frequenza dei controlli varia da una a 3-4 volte l’anno, a seconda del quadro clinico del singolo paziente -, monitorando il peso e analizzando le urine a mano a mano che l’età avanza.
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I sintomi: come riconoscere l’insufficienza renale nel gatto
I sintomi della malattia sono molti, spesso vaghi e difficili da individuare, soprattutto nelle prime fasi. Questo perché l’insufficienza cronica colpisce i reni, cioè gli organi che espellono i prodotti di scarto accumulato dall’organismo attraverso l’urina, regolano l’equilibrio dei liquidi corporei e producono gli ormoni che stimolano la produzione di globuli rossi.
Ecco i segnali da non sottovalutare:
- il gatto ha perso peso, mangia poco e beve molto;
- è letargico, debole e fa la pipì molto più spesso;
- il pelo è meno lucido e meno folto, l’alito è cattivo;
- il gatto vomita spesso.
L’aumento della sete e della minzione indicano chiaramente che i reni non funzionano bene, perché producono una maggiore quantità di urina e quindi il gatto deve bere di più per compensare la perdita di liquidi.

Gli esami necessari per diagnosticare l’insufficienza renale cronica nel gatto
Un medico veterinario specializzato nella cura dei gatti può riconoscere i principali sintomi della malattia con una visita. Ma per una diagnosi certa è necessario analizzare contemporaneamente un campione di urina ed uno di sangue. L’esame serve a verificare la quantità di urea e creatinina nel sangue e a capire il livello di concentrazione delle urine. Se urea e creatinina sono superiori alla norma e le urine poco concentrate, significa che il gatto ha un’insufficienza renale cronica. In alcuni casi è necessario approfondire l’indagine con radiografie, un’ecografia e in casi molto specifici con una biopsia.
Come si cura l’insufficienza renale cronica
L’insufficienza renale cronica, nella maggior parte dei casi, non può essere curata, perché è una malattia degenerativa senza cause note (idiopatica). Ma nelle situazioni in cui possiamo risalire all’origine della patologia, per esempio nel caso dell’infezione batterica, possiamo arrestarla avviando immediatamente una terapia.
Quando la causa dell’insufficienza renale è ignota, invece, il trattamento ha l’obiettivo di rallentare il decorso della malattia il più possibile e di ridurre al minimo le complicanze – anemia, bassi livelli di potassio e alti livelli di fosforo, infezioni urinarie e ipertensione – fino a che, quando la patologia giunge agli ultimi stadi e le terapie cessano di avere effetto, non resta che accompagnare il micio verso la fine, con l’eutanasia. Per fortuna, però, molti gatti rispondono bene alle terapie e vivono diversi anni con una buona qualità della vita.
Il trattamento prevede:
- controlli regolari, che sono molto importanti per monitorare l’andamento della patologia, quindi programmiamo esami del sangue, delle urine e visite mediche a cadenza regolare, per valutare lo stadio della malattia e identificare il prima possibile le complicanze dell’insufficienza renale cronica;
- l’aumento dell’assunzione di liquidi per ridurre la disidratazione dovuta al fatto che il gatto urina di più; in questo caso consigliamo di posizionare diverse ciotole di acqua dolce e incoraggiare il gatto a bere spesso e di proporre cibo umido;
- l’assunzione di farmaci per l’ipertensione, per l’anemia e per contrastare la nausea ed il vomito, che sono sintomi frequenti negli ultimi stadi della malattia;
- una dieta specifica a base di cibi in scatola o bustine, perché contengono più acqua delle crocchette, che invece sono secche; i gatti infatti assumono acqua soprattutto attraverso il cibo ed è importante modificare la dieta sostituendo gli alimenti assunti in passato con cibi a basso contenuto di proteine e fosforo, ricchi di antiossidanti, acidi grassi essenziali e potassio.
Alimentazione: segui i consigli del tuo veterinario, perché una dieta sbagliata può essere molto dannosa
Quando diagnostichiamo l’insufficienza renale cronica ad un gatto nostro paziente, ci assicuriamo sempre che il padrone segua le nostre indicazioni in modo scrupoloso, perché una dieta sbagliata può essere molto dannosa!
Quindi, se il tuo gatto ha un’insufficienza renale cronica, affidati sempre al parere del tuo veterinario di fiducia sia nella scelta degli alimenti, che nel passaggio dalla dieta normale a quella specifica. Questo è un momento delicato, infatti il gatto potrebbe rifiutare il nuovo cibo, perché è molto meno appetitoso dei mangimi a cui è sempre stato abituato.
Suggeriamo di introdurre la nuova dieta gradualmente. Per alcune settimane, proponi una quantità molto piccola di cibo e aumentala solo quando il micio mostrerà di gustare il nuovo mangime, ma sempre con gradualità. Consigliamo inoltre di mettere il nuovo alimento in una ciotola separata, vicino a quella abituale, perché il gatto si abitui all’odore. Infatti, i felini cercano il cibo attraverso l’olfatto.
Cura dell’insufficienza renale cronica al Centro Veterinario San Maurizio
Il Centro Veterinario San Maurizio è una clinica Cat Friendly certificata ISFM (International Society for Feline Medicine). Ottengono questo riconoscimento solo i centri che hanno una conoscenza specialistica del gatto e delle sue esigenze: come approcciarlo e curarlo, come minimizzare lo stress e creare un ambiente accogliente e rassicurante, sia a casa che in ambulatorio.
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Il team
Dott.ssa Letizia Abà – Responsabile medicina del gatto

Veterinario dal 2016, la Dottoressa Letizia Abà è entrata al Centro Veterinario San Maurizio a pochi mesi dalla laurea e da allora non lo ha più lasciato! Si occupa di anestesiologia, terapia del dolore e di medicina felina, con particolare interesse per il comportamento. Ama i suoi pazienti ed il rapporto sereno e fiducioso che si instaura con i loro proprietari. Fa questo lavoro perché diventare veterinario è sempre stato il suo sogno, fin da bambina.
