Cos’è la displasia dell’anca e quali razze colpisce di più
La displasia dell’anca è una malattia di origine ereditaria piuttosto comune. Si presenta soprattutto fra i cani di taglia grande e gigante, ma può manifestarsi anche tra i cani di dimensioni medie e piccole.
Le razze più soggette a displasia dell’anca sono:
- San Bernardo
- Bulldog
- Dogue de Bordeaux
- Mastino napoletano
- Cane da pastore tedesco
- Rottweiler
- Golden Retriever
- Labrador
- Boxer
- Border Collie
La displasia colpisce l’articolazione coxofemorale – cioè l’anca – e provoca instabilità, lassità articolare e col tempo anche l’artrosi. Infatti, è una malattia degenerativa, che può essere curata, riducendone di molto i sintomi e gli effetti, ma che se non viene riconosciuta subito e se non viene trattata, diventa invalidante.
Per fortuna è possibile diagnosticare la displasia precocemente, quando il cane è ancora cucciolo, per avviare subito un protocollo terapeutico che lo aiuterà a muoversi e a giocare senza disagi.
Prenota una visita per una diagnosi precoce
I sintomi: come riconoscere la displasia dell’anca nel cane
I segni della displasia cambiano col tempo. Normalmente i sintomi sono più gravi in età adulta, perché si tratta di una malattia degenerativa – che si aggrava con il passare degli anni – mentre sono più lievi quando il cane è giovane.
Quindi sarebbe meglio diagnosticare la displasia il prima possibile. Le prime indagini si possono fare già intorno ai 3-5 mesi di età, quando ancora non sono presenti segni di artrosi, ma la diagnosi ufficiale, per quasi tutte le razze, si fa quando il cane ha 12 mesi, mentre per alcune si può fare solo raggiunti i 15-18 mesi di età ed in particolare:
- le razze per cui la diagnosi è a 15 mesi sono Bovaro del Bernese, Grande Bovaro Svizzero, Rottweiler
- le razze per cui la diagnosi è a 18 mesi sono Bullmastiff, Cane da montagna dei Pirenei, Cane di San Bernardo, Dogue de Bordeaux, Alano, Leonberger, Pastore Maremmano Abruzzese, Mastiff, Mastino Napoletano, Terranova, Landseer continentale, Irish Wolfhound, barbone Grande Mole, Barzoi, Cane da pastore del Caucaso, Cane da pastore di Ciarplanina, Slovensky Kuvac.
Proprio per questo, in occasione dei primi vaccini, consigliamo ai nostri clienti proprietari di cani che presentano segni della malattia o che appartengono ad una razza predisposta a svilupparla, di prenotare un esame ortopedico-radiografico per verificare se il cucciolo presenta una lassità alle articolazioni dell’anca che può sfociare in displasia.
I sintomi della displasia dell’anca nei cani giovani
Nei cuccioli fra i 4 ed i 14 mesi, di solito la displasia si presenta o in forma subclinica o in forma clinica. Nel primo caso, significa che ancora i sintomi della malattia non sono evidenti, quindi la displasia può sfuggire all’esame clinico ed è necessario approfondire con una radiografia. Nel secondo caso, invece, sono già visibili ed un medico veterinario specializzato nella displasia dell’anca nei cani può riconoscerli facilmente.
Il padrone ha un ruolo importante nell’identificazione dei primi sintomi. Quindi dovresti prestare molta attenzione a come il tuo cucciolo gioca e si muove.
Ecco i segnali da non sottovalutare e che possono indicare una displasia dell’anca:
- quando cammina, il cucciolo tiene le zampe posteriori molto vicine, quasi unite;
- quando è seduto, fatica ad alzarsi e a raggiungere la posizione a quattro zampe;
- evita di saltare e non ama molto il movimento;
- quando gioca, si siede spesso.
I sintomi della displasia dell’anca nei cani adulti
Il cane adulto con displasia è di solito in uno stadio più avanzato della malattia e mostra sintomi molto evidenti:
- non ama per nulla il movimento e tende a stare sempre fermo;
- è letargico;
- zoppica.

Gli esami necessari per diagnosticare la displasia dell’anca
La displasia dell’anca è una malattia complessa e per individuare i segnali della sua presenza è molto importante che il cane, ancora cucciolo, venga sottoposto ad una scrupolosa visita ortopedica, perché la radiografia da sola non è sufficiente a diagnosticare la patologia.
Durante la visita ortopedica eseguiamo alcuni test specifici per l’individuazione della displasia dell’anca:
- il test di abduzione e rotazione esterna;
- il test dell’estensione dell’anca;
- il test di Ortolani;
- il test di Barlow.
Sono test che si eseguono manualmente, facendo sdraiare il cane e ruotando le zampe per verificare i movimenti delle sue anche. Completiamo l’indagine con una radiografia dell’anca, che viene fatta in sedazione.
Nei casi più complessi, possiamo approfondire l’indagine con un esame tomografico – che è simile alla radiografia ma dà risultati più precisi – ed eventualmente anche con un’artroscopia. Quest’ultima può essere usata anche per curare la displasia ed è un intervento mininvasivo: pratichiamo dei piccoli fori, in cui inseriamo un artroscopio – una sorta di microscopio – per verificare le condizioni dell’anca del cane e poi correggiamo chirurgicamente i danni causati dalla malattia, senza incisioni o operazioni chirurgiche più complesse.
Prenota una visita per una diagnosi precoce
Come si cura la displasia dell’anca nel cane
Il trattamento dipende dall’età e dallo stadio della malattia.
Trattamento conservativo
Il trattamento conservativo ha l’obiettivo di ridurre il dolore, l’infiammazione e rallentare la comparsa dell’artrosi dell’anca.
È la cura più indicata quando il cane è giovane e con sintomi lievi o quando è anziano ed ha altre patologie, oltre alla displasia dell’anca.
Il trattamento conservativo prevede:
- una dieta, perché è molto importante contenere il peso del cane per non sollecitare eccessivamente le articolazioni;
- la limitazione dell’attività fisica, perché salti e corse possono gravare sulle anche, quindi consigliamo piuttosto lunghe passeggiate e nuotate, che rinforzano la muscolatura e aiutano a ridurre il peso;
- la fisioterapia, che è fondamentale per il trattamento conservativo della displasia dell’anca;
- la prescrizione di farmaci antinfiammatori, che riducono il dolore e l’infiammazione, così il tuo cane potrà muoversi con più libertà;
- l’uso di condroprotettori, cioè di integratori che vengono iniettati nell’articolazione dell’anca per ridurre l’infiammazione e la degradazione della cartilagine, cioè la progressiva erosione causata dalla malattia;
- le infiltrazioni articolari a base di acido ialuronico che favoriscono i processi riparativi dell’articolazione.
Intervento chirurgico e decorso post-operatorio
Quando il trattamento conservativo non è più efficace, consigliamo un intervento chirurgico per evitare o diminuire l’artrosi dell’anca – l’ultimo stadio della malattia – che porta all’invalidità. Ricordiamo infatti che la displasia dell’anca è una malattia degenerativa, che peggiora con il passare del tempo, ma che si può contenere per permettere al tuo cane di muoversi con più libertà e sentire meno dolore.
Nel caso in cui fosse necessario l’intervento, il nostro centro collabora con alcune importanti strutture all’avanguardia per il trattamento chirurgico della displasia.
Esistono diverse tecniche chirurgiche per curare la displasia dell’anca, la scelta della più adatta dipende dall’età del cane e dalla gravità della malattia.
Intervento di chirurgia ricostruttiva, quando il cane è cucciolo
Nei cuccioli tra i 3 e i 5 mesi e nei cani giovani che non hanno ancora sintomi artrosici, la tecnica più indicata è la sinfisiodesi pubica giovanile.
Si tratta di un’operazione mininvasiva che consiste nel praticare una piccola incisione nel pube, in cui viene inserita una spatola in legno o in alluminio per correggere la postura ed evitare l’attrito tra femore e articolazione, responsabile della degenerazione della malattia in artrosi.
Se si muove bene e non sente dolore, il cucciolo viene dimesso il giorno stesso dell’intervento. Per qualche mese può fare passeggiate al guinzaglio, ma non può né saltare né correre. Infatti, anche se mininvasiva, la sinfisiodesi pubica giovanile è comunque una piccola operazione, che richiede un recupero sereno per dare buoni risultati.
Dopo 30-60 giorni dall’intervento c’è il follow-up: con un esame ortopedico ed una radiografia verifichiamo se l’intervento ha avuto successo o se è necessario valutare un intervento chirurgico, come una osteotomia o l’applicazione di una protesi.
Osteotomia pelvica, quando il cane presenta i primi sintomi di artrosi
L’osteotomia pelvica è un intervento chirurgico indicato quando il cane presenta i primi sintomi dell’artrosi. Consiste nel rimuovere una piccola porzione di osso del bacino e del femore e nel far ruotare l’acetabolo dell’anca applicando una placca, per interrompere la degenerazione artrosica.
Il cane viene ricoverato per una notte e dimesso il giorno seguente. Una volta a casa o in allevamento, deve rimanere isolato dagli altri cani per un mese. Ti consigliamo di predisporre una stanza o un recinto dove il tuo cane può può riposare, mangiare e muoversi al riparo da altri animali o da sollecitazioni che possono compromettere la buona riuscita dell’intervento.
Può uscire, tenuto al guinzaglio, per i bisogni fisiologici, e fare brevi passeggiate, ma solo una volta trascorsi 60 giorni dall’operazione. In questi due mesi non può correre, né saltare o giocare libero. Infatti, l’osteotomia è un’operazione chirurgica, quindi è importante che il cane affronti il decorso post-operatorio nel modo più tranquillo possibile. Se le prescrizioni non vengono applicate con rigore, possono insorgere delle complicazioni anche gravi.
Dopo 30-60 giorni dall’intervento c’è il follow-up: con un esame ortopedico ed una radiografia verifichiamo se l’intervento sta dando i risultati sperati. In questo caso, a partire dal secondo mese, puoi lasciare il cane sempre più libero, fino a che non avrà recuperato completamente e potrà tornare a giocare con gli altri animali.
Protesi totale d’anca, quando l’artrosi è invalidante
L’applicazione della protesi d’anca consiste nella sostituzione dell’articolazione malata con una protesi artificiale. È un’operazione indicata quando:
- il cane ha più di 6 mesi e già da cucciolo presentava una displasia grave;
- il cane è adulto e la malattia è diventata invalidante: non riesce più a camminare, trascina le zampe posteriori e sente dolore.
L’applicazione di una protesi d’anca – negli animali come negli esseri umani – non è totalmente priva di rischi. La possibilità che insorgano complicazioni è del 12-13%. Nella maggior parte dei casi, invece, il cane torna a camminare normalmente e il dolore si attenua moltissimo.
Dopo l’intervento, il cane viene ricoverato per 24 ore e dimesso il giorno dopo. Fin da subito riesce a camminare, ma è importante che passi il periodo post-operatorio nel modo più sereno e sotto il tuo scrupoloso controllo, perché possono insorgere gravi complicanze. In questo caso, potrebbe essere necessario sottoporlo ad un nuovo intervento chirurgico.
Una volta impiantata la protesi, per qualche tempo, il cane potrà fare solo brevi passeggiate al guinzaglio, ma non potrà correre libero né giocare con gli altri cani.
Cura della displasia dell’anca al Centro Veterinario San Maurizio
Al Centro Veterinario San Maurizio siamo specializzati nella diagnosi ufficiale e nella cura della displasia.
Il Dottor Enrico Carrera è certificatore ufficiale di displasia dell’anca, del gomito e di tutte le patologie scheletriche del cane.
Disponiamo delle attrezzature diagnostiche necessarie per l’individuazione precoce e la cura di queste malattie.
Contattaci
Per prenotare una visita o per avere maggiori informazioni sui nostri servizi, le terapie e gli esami puoi telefonarci o compilare il form qui sotto.
Il team
Dott. Enrico Carrera – Responsabile medicina del cane e Direttore Sanitario CVSM

Veterinario dal 1998, il Dott. Enrico Carrera è uno di quei professionisti che non smettono mai di formarsi, seguire corsi e collezionare attestati. Interessato di omeopatia e omotossicologia, ha nel suo cv anche un Master in Business Administration: analisi, esami, ecografie dei pazienti… ma anche numeri del management! Fa questo lavoro per un motivo molto semplice: adora il contatto con gli animali e il veterinario è quello che ha sempre voluto fare, fin da quando aveva 6 anni.